Esplora le attrazioni locali vicino Oasi Re Nasone
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Reggia di Caserta
Il sogno di re Carlo
Nel 1734 il diciottenne Carlo di Borbone (1716-1788) giunge al trono di Napoli, un regno tornato indipendente dopo oltre 200 anni. Figlio di Elisabetta Farnese e Filippo V, il sovrano porta in sé il segno di una cultura illuminata che gli consentirà di avviare importanti azioni di rinnovamento. Negli anni ’40 del Settecento il re comincia a immaginare un progetto visionario senza precedenti sul territorio. Il sogno di re Carlo prende forma nel 1750, con l’acquisto del feudo di Caserta per la cifra di 489.348,13 ducati. L’idea di costruire una nuova capitale nell’entroterra, non lontano da Napoli, prende vita grazie ai progetti dell’architetto Luigi Vanvitelli (1700-1773). Il 20 gennaio del 1752, a Caserta, il re posa la prima pietra del cantiere che cambierà le sorti dell’intera area: la Reggia di Caserta.
Un patrimonio dell'umanità
La visione di Carlo di Borbone ha cambiato per sempre le sorti del territorio. Il fulcro del suo progetto, la Reggia di Caserta, è oggi una delle residenze reali più grandi al mondo, Patrimonio dell’Umanità dal 1997 insieme all’Acquedotto Carolino e al Belvedere di San Leucio. Comprende il Palazzo Reale, il Parco Reale, il Giardino Inglese, il Bosco di San Silvestro e l’Acquedotto Carolino. Con le sue 1.742 finestre, 123 ettari di Parco Reale, 3 km di Via d’Acqua e oltre 200 specie botaniche nel Giardino Inglese, il Complesso si configura ancora oggi come motore di sviluppo per il territorio, promotore della diffusione di cultura e simbolo di bellezza nel mondo.

Acquedotto Carolino
L'Acquedotto Carolino è un’opera d’ingegneria idraulica progettata dall’architetto Luigi Vanvitelli. La sua costruzione, cominciata nel 1753, consente la realizzazione del sogno di re Carlo di Borbone.
Grazie all’acquedotto, l’acqua raggiunge il Parco Reale della Reggia di Caserta all’altezza dalla cascata, e da qui scende ad alimentare l’articolato sistema di vasche e fontane dopo aver percorso 38 chilometri.
Un progetto per il territorio
Il sogno di re Carlo non include solo l’edificazione della Reggia di Caserta, ma anche lo sviluppo della città e del territorio circostante, come dimostra la costruzione dell’Acquedotto Carolino. La sua realizzazione consente all’acqua di approvvigionare il Parco Reale ⎼ con le sue vasche e fontane ⎼ e il territorio, inclusi la città di Caserta e il Borgo di San Leucio. La nascita nel territorio di realtà produttive come le manifatture seriche di San Leucio e l’azienda agricola di Carditello testimonia l’attenzione rivolta dal sovrano alle potenzialità del territorio e al suo sfruttamento.

Belvedere di San Lucio
Il Belvedere di San Leucio sorge sull’omonima collina posta alle spalle della Reggia di Caserta, sui terreni che Carlo di Borbone acquista nel 1750 dai Caetani di Sermoneta, feudatari di Caserta. Parte delle “Reali Delizie”, San Leucio è favorito da Ferdinando IV per lo svolgimento della caccia, tra le sue attività preferite. Nel 1773 il re commissiona la costruzione di una struttura destinata a ospitarlo durante le battute di caccia, il “Vecchio Casino”, presto abbandonato dopo la morte dell’erede al trono Carlo Tito in favore di un altro edificio. Tra il 1776 e il 1778 Ferdinando IV affida all’architetto Francesco Collecini il restauro del “Casino di Belvedere”, realizzato all’inizio del Seicento dagli Acquaviva, Principi di Caserta. Il Belvedere viene ampliato e decorato entro il 1786. Nel frattempo, nel 1778 il re decide di adibire la struttura alla produzione e lavorazione della seta. Nasce la Colonia Reale di San Leucio, un polo manifatturiero dotato di abitazioni e scuole per i lavoratori.

Casertavecchia
Il Borgo di Casertavecchia è un centro di origine medievale collocato a nord-est dell’attuale città di Caserta. Casa Hirta sorge probabilmente nell’VIII secolo d.C., in una posizione arroccata ⎼ come indica lo stesso nome ⎼ alle pendici dei Monti Tifatini. Tra il 900 e il 1065 i longobardi fanno del forte un punto di controllo di tutto il territorio circostante, segnando il suo passaggio da castellum a civitas. Con i normanni, tra l’XI e il XII secolo, il borgo aumenta il suo prestigio, strutturandosi come nucleo amministrativo, sede del conte e della diocesi. Nel periodo federiciano raggiunge il massimo splendore anche per opera della Contessa Siffridina. L’Imperatore Federico II dette in moglie la figlia Violante a Roberto, Conte di Caserta. In questi anni vengono costruiti il campanile della Cattedrale e la torre cilindrica del castello. Tra il Trecento e il Cinquecento, sotto i feudatari La Rath ⎼ italianizzati in della Ratta ⎼ il centro comincia gradualmente a spostare il suo asse in pianura. Nel corso del Cinquecento, con il passaggio del feudo alla famiglia degli Acquaviva, l’abitato arroccato si spopola e perde il ruolo di centro territoriale in favore del casale di Torre, dove sorgerà la moderna Caserta.
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